Perché le perle Tahiti? Perché sono senza concorrenza!
Perché le perle Tahiti? Perché sono senza concorrenza!
Il mercato delle perle coltivate risente più di altri di tanti fattori di cambiamento. Siamo in una fase storica contraddistinta da un vero e proprio cataclisma, quello causato dall’introduzione delle perle nucleate fresh water di grandi dimensioni. Ma quali sono i punti fermi? Attenzione: tutte le perle coltivate hanno le proprie costosissime punte di eccellenza. Ma le perle nere Tahiti rappresentano un esempio di qualità facilmente riscontrabile, qualcosa in cui gli appassionati e gli operatori possano trovare più certezze.
Di colorazione prevalentemente scura, queste perle coltivate provengono dal mollusco Pinctada Margaritifera nella varietà Margaritifera margaritifera (meno spesso da altri molluschi) e devono le loro intriganti tinte del colore di base e degli innumerevoli sovratoni ai pigmenti tipici del tessuto epiteliale del mollusco. Un primo motivo di interesse risiede nel fatto – non conosciuto da tutti – che non solo non sono esclusivamente nere ma non provengono neanche sempre da Tahiti. Il loro bacino produttivo comprende una serie di atolli sparsi nella Polinesia Francese, le Isole Cook, alcune isole della Micronesia, località varie in Giappone, in Thailandia e nelle Filippine.
Motivi di questa stabilità nel mercato? Innanzitutto la qualità cromatica. Le scale di tono del body color spaziano dai grigi e dal bianco all’argento e all’antracite e si combinano ognuna con un sovratono differente che può essere verde, ramato, blu, rosa e rosso. Questi sono alcuni dei principali segreti del costante incremento della domanda.
Se ci si accerta che le perle siano effettivamente del mollusco proveniente dalle Tahiti ė assai improbabile trovarsi di fronte a brutte sorprese. È una vera sensazione di unicità che nell’ambito delle perle coltivate può essere imitata ma mai raggiunta nell’intero ventaglio tonale e nelle caratteristiche del lustro del nacre.
Non si può essere tranquilli allo stesso modo quando siamo di fronte a perle molto chiare con base e sovratoni assai chiari (nei bianchi) poiché occorrerà determinare se si tratti di freshwater nucleato o di perle South Sea (mollusco Pinctada Maxima).
La nucleazione delle perle d’acqua dolce – prodotti più accessibili e più comuni – è infatti una tecnica che ha arrecato una sensibile concorrenza alle perle dei mari del Sud.
Si sono ottenute in coltivazione d’acqua dolce perle di colore di fondo bianco con sovratoni assai simili alle perle australiane. Ma ciò non è stato possibile con le perle tahitiane. Per ottenerne la colorazione scura è infatti indispensabile sottoporre le perle d’acqua dolce nucleate a trattamenti d’irraggiamento (che solo più raramente si riscontrano sulle perle di Tahiti) se non di vera e propria tinteggiatura che ne alterano sensibilmente l’apparenza.
Il solco tra perle Tahiti e perle d’acqua dolce che tentano di avvicinarsi ai toni grigi/neri è dunque più netto di quanto non sia tra australiane e freshwater di body color bianco. Tra l’altro molti gioiellieri anche non ferratissimi si saranno resi conto che le tecniche di colorazione indotta per rivestire perle chiare di toni grigi sono a volte assai goffe.
Un motivo ulteriore del consolidamento del valore delle perle coltivate tahitiane è rappresentato dalla fine della fase di promozione sostenuta da apposite organizzazioni che ne hanno favorito il marketing e la produzione. In assenza di incentivi la qualità media è calata con conseguente apprezzamento delle varietà più pregiate per sfericità e mancanza di difetti.
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